Area Marina Protetta
Area Marina Protetta
La ” Costa degli Infreschi e della Masseta”, che si estende tra gli abitanti di Marina di Camrerota ( a Nord ) e di Scario (a Sud), è tra le aree protette della Campania quella con la storia più recente.
Situata all’estremità meridionale dell’acrocoro cilentano, è nota per la bellezza selvaggia del paesaggio emerso, quasi per nulla antropizzato, ma ancora poco conosciuta per i suoi spettacolari ambienti sottomarini e la pregevolissima qualità delle acque.
La parte emersa della Costa degli Infreschi, che prende il nome della Cala di Porto Infreschi al centro della stessa, ricade principalmente nel territorio comunale di Camerota e solo in parte di quello di San Giovanni a Piro, con la sua marina di Scario e la costa della Masseta.
Caratetristiche salienti di questo litorale sono le alte falesie calcaree, propaggini del monte Bulgheria, e le numerose grotte, molte delle quali anche sommerse o semisommerse, che hanno ospitato l’uomo fin dalla preistoria.
L’Area Marina Protetta è stata istituita con il D.M. del 21.10.2009, cui è seguito il Regolamento recente la disciplina delle attività consentite. Comprende 14 km di costa, per una superficie di circa 2300 ettari.
Con le altre aree marine protette italiane, è suddivisa in zone a diverso grado di tutela, per contemperare al meglio le esigenze di conservazione dell’ambiente naturale con l’uso sostenibile delle attività umane.
La zona di “riserva integrale” ( zona A ) si estende dalla Punta Levante di Cala Bianca e, passando per Punta degli Iscocelli ( limite settentrionale del Golfo di Policastro ), fino a Grotta Santa Maria. Con i suoi 36 ettari circa, costituisca appena il 2 % dell’intera area marina protetta ma ne rappresenta il “cuore pulsante “, il luogo a più alto valore biologico ed ecologico, dal quale gli organismi, dopo essersi riprodotti non disturbati dalle attività dell’uomo, possono diffondersi e ripopolare le aeree limitrofe.
Anche la restante parte dell’area marina protetta ( 98 % dell’estensione ) ospita siti di particolare valore ambientale ma, a differenza della zona A, in essa possono svolgersi attività economiche, ricreative ed istruttive ( balneazione, nautoica, pesca professionale e sportiva, immersioni subacquee, visite guidate ecc. ), ovviamente con modalità rispettosa dell’ambiente.

Gli elementi principali del paesaggio subacqueo sono: appena sotto la superficie dell’ acqua, i ” marciappiedi” di Lithophillum byssoides, alga calcarea che forma caratteristiche biocostruzioni sporgenti dalle roccie; più profondità, le biocostruzioni carbonatiche del ” coralligeno di roccia litorale”, l’habitat più ricco di biodiversità del Mediterraneo.
E’ da sottolineare anche la presenza di vaste praterie di piante di Posidonia oceanica, tra le cui foglie si riviene la “nacchera” ( Pinna nobilis ), specie protetta di mollusco bivalde, indice di un buon stato di conservazione delle praterie; in particolare, nella parte di levante di Porto Infreschi ( sottozona B ++ ), è stato rinvenuto un “campo ” particolarmente denso di questi grandi bivaldi, forse nucleo relitto di una popolazione una volta ben più diffusa nei posidonieti dell’intera area. Sia le biocostruzioni carbonatiche sia le praterie sottomarine svoglono un ruolo molto rilevante per la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta ed è quindi importante evitarne il danneggiamento, con acoraggi ed uso eccessivo di lenze; infatti, le prime sono tra le principali “trappole” marina di anidride carbonica, gas serra che sta provocando il surriscaldamento del pianeta, mentre le seconde, oltre a produrre grandi quantità di ossigeno, in parte ceduto all’atmosfera, con le loro radici imbrigliano i sedimenti, contrastando l’erosione dei litorali. Le biocostruzioni del coralligeno, presenti lungo le felesie della costa, costituiscono l’analogo mediterraneo delle più note scogliere coralline tropicali ( coral reef ). Costituite da una grandissima varietà di organismi con strutture o gusci calcarei ( melobesie, spugne, madrepore, gorgonie, serpule, briozoi, ascidie, ecc. ) opsitano numerose specie di interesse commerciale, tra le quali cernie, corvine, saraghi, dentici,, astici, aragoste, gamberi, ecc… Per la loro grande biodeversità e per la spettacolarità delle forme e dei colori degli organismi che le popolano sono l’ambiente preferito dai subacquei. Da un recente censimento delle grotte sottomarine italiane, è risultato nell’area marina protetta ne sono presenti più di una ventina, sia semisommerse, sia completamente sommerse. Le grotte sottoamrine costituiscono dei rari e preziosi laboratori per lo studio della vita in condizioni estreme, analoghe a quelle degli abissi; infatti causa della rapida estinzione della luce, necessaria per la fotosintesi, questi ambienti sono praticamente privi di vegetali e di animali erbivori e sono abitati da organismi talvolta molto particolari e importanti per il mantenimento della biodiversità, dipendenti dal detrito proveniente dall’esterno e trasportato all’interno dai movimenti dell’acqua.